Biblioscrittura

Biblioscrittura – Laboratorio di scrittura creativa

Metodo, testi di partenza e testi di arrivo

a cura di Agostino Arciuolo e Magda Indiveri

In principio fu l’errore. Quante invenzioni clamorose, quante narrazioni avvincenti affondano le loro radici in un errore, in una incomprensione, in un disguido. L’errore meriterebbe di essere esaltato e celebrato, eppure solo alcuni illuminati, come Gianni Rodari, l’hanno fatto.

Da un errore comincia anche il percorso, oramai ben consolidato, della Scrittura Creativa. “Ho nuotato fino alla riga” scrisse sbagliando il piccolo scolaro di Elisabeth Bing, psicologa ed insegnante francese che usò quella frase per il titolo del suo manuale, il primo e ancora studiatissimo (una nuova edizione italiana è uscita da poco) che ha portato alla luce il valore della scrittura creativa, o meglio della riscrittura.

Già, perché riscrivere si pone come secondo tempo del leggere: una forma di introiezione, di appropriazione delle parole dei grandi autori, non per imitarli ma per farli propri: esattamente come si fa smontando e rimontando un congegno o trasformando una fetta di torta in energia.

Ma la genialità del percorso è che oltre all’avvicinamento, alla comprensione del testo, avviene una metamorfosi in cui metto me stesso sul foglio, mi capisco più a fondo, mi apro. E questo fiorire lo offro in ascolto agli altri. La fase del dono, della messa in comune con la lettura ad alta voce è essenziale in un circuito che, l’avrete capito, è sicuramente di grande coinvolgimento.

Nell’anno II del Covid questa magia è avvenuta: abbiamo lanciato un laboratorio di scrittura, l’adesione è stata altissima (oltre ogni più rosea aspettativa), ci siamo divertiti e appassionati. Forse abbiamo anche imparato – i prof prima di tutti!

Altra bella sorpresa è stata scoprire che questo senso del mettersi in gioco è passato anche attraverso la distanza degli schermi. Ognuno davanti al proprio, siamo riusciti nonostante tutto a sentirci parte di questo percorso comune, partito da una sorta di “grado zero” della scrittura fino alla sperimentazione delle prospettive e dei punti di vista più strambi, passando attraverso esercizi di stile, libere associazioni e neologismi di freschissimo conio. Il tutto senza rinunciare all’approccio cooperativo e laboratoriale che fin da subito è stato posto come ingrediente irrinunciabile, cercando di sfruttare al meglio le possibilità di condivisione offerte dalla piattaforma su cui si sono svolti gli incontri.

Ecco dunque una guida e una scelta: con una bellissima parola desueta, un florilegio, mini-antologia degli scritti più significativi del primo dei due moduli in cui si è articolato il laboratorio. Scritti che i nostri “biblioscrittori” hanno letto ad alta voce durante gli incontri, attivando microfoni troppo spesso lasciati spenti. Scritti che, raccolti insieme e messi in fila, uno dopo l’altro, vanno a formare una miscela potente da cui trapela il vissuto dei ragazzi, le loro chimere, i loro slanci altrimenti inespressi, la routine e le ansie da lockdown.

Ringraziamo tutti, scrittori per l’infanzia e filosofi, romanzieri e poeti, scienziati e inventori, per essere stati con noi. Ringraziamo gli studenti che si sono fidati e hanno riscritto; e il liceo Galvani che si è messo in gioco. Non si tratta di un gioco inutile e neutro: «Tutti gli usi della parola a tutti» scrisse quel tale di prima, Rodari, appoggiato da Don Milani e da tanti pedagogisti importanti. E non è questo l’obiettivo principale di una scuola?

Buona lettura dunque, ma attenzione: genera voglia di scrivere!